Vivere in controluce di Giorgia Golfetto

 

Leggo molti libri, di generi diversi, italiani e stranieri, di scrittori famosi o di colleghi emergenti, però di rado li commento qui sul blog. Perché? Per mancanza di tempo innanzitutto, anche se almeno due righe sullo store cerco di lasciarle sempre. Però poi ogni tanto un libro tra i tanti letti va oltre il “mi è piaciuto” e allora parlarne qui diventa un bisogno, un’esigenza.

Amo i libri che in un modo o nell’altro arrivano a scavarmi dentro, che mi fanno riflettere, che aprono qualche ferita. Ebbene sì, mi piace soffrire, almeno nelle letture. Mi piacciono i libri che segnano insomma, quelli che, dopo aver chiuso il kindle, mi lasciano con la bocca aperta per lo stupore o serrata per una sorta di dolore… e i lucciconi negli occhi.

E soprattutto – se non si fosse già capito da quello che scrivo io – lo confesso: mi piacciono le storie al femminile, quella narrativa che racconta le donne e, attraverso ognuna di loro, il mondo tutto nel suo insieme. Donne a nudo nelle loro fragilità, nelle loro debolezze, nella loro immensa forza. Donne che cadono e sperimentano il buio più nero, che non sempre riescono a uscire da quella notte dell’anima, ma che, quando riescono a farlo, diventano immense.

Perché non c’è nulla di più bello di una donna che ha conosciuto la sofferenza, che da essa impara sulla propria pelle il senso vero dell’amore più importante – quello di Sé – e che da quel momento in poi diventa una sorte di luce, seppure inconsapevole, eppure fulgida e bellissima.

 

Trama

 

Anna è una donna felice e realizzata: dipinge, è moglie, è madre.
Davanti a una tazza di caffè, un giorno, ripercorre passo dopo passo gli anni trascorsi dalla prima adolescenza. Con occhio velato, guarda dentro al suo cuore: che ora è libero dalle catene dell’odio e del rimpianto, ma non è sempre stato così.

A 14 anni, l’esistenza di Anna è stata travolta da un evento inaspettato. Da allora, si è resa conto che la vita non va confusa con la mera sopravvivenza: per vivere davvero, ci vuole coraggio, soprattutto ci vuole l’Amore.
Il suo è stato un lungo percorso di scoperta e crescita, di sofferenza e gioia: alla fine, ha ritrovato se stessa, quella bambina-donna che aveva smarrito nel dolore e nell’autolesionismo.
Anna ha imparato ad amare e a farsi amare. Ha trovato la strada giusta per il futuro che ora le appartiene.

 

Le mie riflessioni

 

Per me, questo è l’unico limite di questo libro: la sinossi. Davvero, non gli rende giustizia. Leggere quelle righe non aiuta a farsi nemmeno un’idea di quello che è questo romanzo, della sua forza. Anna la incontriamo all’inizio che è donna, ma subito si va nel passato ed è lì che la conosciamo davvero. Non è facile parlarne senza svelarvi nulla, se l’autrice ha ritenuto opportuno non farlo nella sinossi, allora non voglio farlo nemmeno io, ma… è tosta. È roba davvero tosta.

Problematiche ahimè attuali. Autodistruzione. Legami perversi. E in mezzo a tutto questo c’è Anna. In mezzo a tutto questo mi sono trovata io che avrei voluto poter affondare le mani dentro quelle pagine e abbracciarla e accarezzarla. Ho sofferto le sue pene. Ho patito e mai, mai ho smesso di fare il tifo per lei.

Questo libro non è un romanzo rosa, ma è un romanzo d’amore, dell’amore più vero, più importante, di quello alla base di ogni legame possibile: l’amore di Sé. Troppo spesso si pensa di averne, ma i fatti dimostrano che non è così. Però si impara, con dolore; si costruisce, con dolore. E solo a quel punto si comprende… tutto.

 

Per concludere…

 

Un libro che a me è piaciuto moltissimo. Un libro sull’amore malato, sulle fragilità e sulla forza, sui legami perversi e sulla luce che invece sanno portare i legami sani, basati sull’amore. Un libro che ci mostra di cosa siamo capaci noi donne.

Un libro che mi sento di consigliare a chi ama le storie che fanno riflettere, che fanno versare qualche – e più di qualche – lacrima perché l’autrice è brava e ha un modo di scrivere delicato, quasi un soffio che ha timore di essere invadente, di rubarci tempo, di farci stare troppo male. Eppure entra, aggancia, coinvolge, emoziona.

Un bel libro, una storia che… no, non ve lo dico, preferisco lasciarvi il piacere della scoperta e non sottolineare qualcosa che è personale. Un libro scritto davvero molto bene. Un libro che è dolore, ma che ha in sé il seme della guarigione.

Straconsigliato!

Per sfogliare l’anteprima gratuita, questo è il link allo store.

Con il cuore, sempre Elisabetta Barbara De Sanctis cuore

Elisabetta Barbara De Sanctis firma