Pensieri a spasso. O a zonzo. O forse inutili, ma che importa? C’è una parte di me che sente sempre il bisogno di provare, di cambiare, di fare cose diverse e che nelle abitudini non ci sta, non ce la fa proprio.
“Ma le abitudini sono buone”, protesta subito una parte di me. Una parte molto piccola a dire il vero, quella da sempre educata a fare le cose per bene e che ha bisogno ogni tanto di riposare.
“Allora tienile per te”, risponde pronta l’altra parte di me. Quella che ha sempre – o quasi sempre – il sopravvento. La stessa che pensa diecimila cose al minuto, che si mette e rimette sempre in discussione, che ha bisogno di rischiare e sguazzare nel caos per spostare sempre più in là l’asticella dei propri limiti, delle proprie possibilità e che nei momenti di stanchezza agogna un po’ di riposo, ma ogni volta che si riposa sta lì a pensare ad altro: da fare, da creare, da inventare.
Pensieri a spasso
Pensieri a spasso, liberi, che non abbiano necessariamente un senso, né per me e né per voi, ma che forse proprio per questo possano essere liberi di trovarselo da soli un senso.
Avere uno spazio mio in cui scrivere: questo il motivo per cui aprii il primo blog. Ci presi gusto subito, lo ammetto. Non sapevo come funzionasse, mi sono arrangiata, ma il divertimento era tutto o in gran parte lì. Poi ho preso il dominio – lo so che si dice registrato, ma sono pensieri a spasso, ricordate? – per avere più libertà e flessibilità perché se non posso averne a casa mia, dove altrimenti? Così mi sono arrangiata di nuovo e che fatica.
Il risultato che vedete adesso non è proprio il massimo, lo so, però l’ho fatto tutto io con queste manine e questa testolina, per cui spero ne apprezziate il risultato. In fondo è artigianale e si dice sempre che ciò che è artigianale abbia un valore dato proprio dalle imperfezioni che lo rendono unico… Sì, lo so, me la sto suonando e cantando da sola, ma ogni tanto fa bene. Ve lo consiglio, provate!
Però manca qualcosa
Però. C’è un però che mi continua a girare in loop e in background nel cervello – lasciatemi usare qualche termine figo su, altrimenti come faccio a chiamarlo blog questo… questo coso? Dicevo, però. Se questa è casa mia, non è che mi rispecchi più tanto, almeno non del tutto.
Certo, mi piace che qui ci siano i miei libri, se non li espongo almeno a casa mia, dove altrimenti? Mi piace pure che ci sia qualche poesia, qualche articoletto scaturito da riflessioni un pochino più profonde – tranquilli, solo un po’, non vi spaventate -, uno spazio per le letture che mi colpiscono maggiormente, però… Però manca qualcosa. Qualcosa che per me è molto importante.
Se questa è una casa, manca quello che in casa mia non potrebbe non esserci: la stanza dei giochi. Il laboratorio creativo. Lo studio caotico e disordinato dove inventare, creare o anche solo pasticciare. Sono quella che ama sguazzare nel caos, ricordate? Io non voglio una casa da copertina di rivista specializzata con i pavimenti di marmo lucido e i mobili scelti con cura abbinando anche gli stili con gusto e competenza. Io di stili di arredamento non ci capisco una cippa. (Vedete? Posso scrivere pensieri a spasso, ma sempre educati, eh).
Però la sostanza non cambia: per me una sedia è una sedia, un divano è un divano e l’unico stile che conosco è quello che ne fa qualcosa di comodo, accogliente e casereccio. Da starci sopra anche con tutte le scarpe insomma. Tipo i miei divani che ho lasciato letteralmente sbrindellare dalla mia gatta.
Oggi. Adesso. Subito.
Se non è così, mi manca l’aria. E qui non è così. Dove sono i pensieri a spasso prima di oggi? Le chiacchiere inutili? Lo sfogo senza senso? Impegni, lavoro, promozione dei libri, social: ho lasciato che tutto questo mi distraesse e mi allontanasse da quello che volevo, che voglio: scrivere pensieri a spasso – o a zonzo, come vi pare – per il puro gusto di farlo. Senza nemmeno sperare che li leggiate. Senza un fine, senza un obiettivo.
Oggi avrei dovuto fare altro, annaspo letteralmente tra mille impegni in questo periodo e la tentazione è stata subito di rimandare, di portarli a spasso domani i pensieri.
Poi ho detto di no. Prima io, poi tutto il resto.