La distanza è l’unica verità che ci permette di osservare e valutare meglio tutto, situazioni e persone. Soprattutto le persone. Perché quando sono troppo vicine riusciamo a vedere solo quello che vogliono farci vedere, crediamo a quello che vogliono farci credere e così non ci accorgiamo degli enormi buchi neri che hanno dentro.
Non ci sarebbe nulla di male, se non fosse che ci si aspetta che quei vuoti siamo noi a riempirli, dando per scontato che lo faremo, senza fare domande, senza chiedere e, per raggiungere questo scopo, cercano di adattarci in scatole sempre più piccole e sempre più piene di spigoli così che finiamo per chiederci dove mai ci siamo fatte quei lividi. Ma quelle sono le loro scatole, non le nostre e la quadratura del cerchio non torna, non può tornare.
Quando ti ribelli, quando scegli di essere te stessa e ti aspetti che questo venga accettato, quando chiedi il minimo sindacale della comprensione e del rispetto per la tua persona, per ciò che sei, per ciò che provi e di non essere solo un serbatoio buono solo a colmare vuoti infiniti che non si riempiranno mai, quando scegli di disattendere le aspettative, ecco che si crea quello spazio vitale che ti permette di respirare e vedere e ascoltare.
A quel punto devi togliere quegli occhiali che non sapevi di indossare e che ti alteravano la visione dell’insieme. E comprendi che la distanza è l’unico mezzo per dare il giusto peso a parole e azioni perché c’era una tara da fare e tu pensavi che fosse già tutto al netto, ma ti sbagliavi e, alla fine, ciò che resta è davvero poco più di niente.
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E così, come il giorno dopo che è passato il circo non resta che uno spiazzo desolato e qualche bottiglia vuota a terra tra stracci di carta dimenticati, utili solo a ricordarti che mangiafuoco e l’uomo volante e la donna delle tigri tu li hai visti davvero e non solo sognati, così, allo stesso modo, quando prendi le distanze, guardi quello spazio, ringrazi per lo spettacolo, poi butti nella spazzatura quello che è stato lasciato lì a sporcare e torni alla tua vita, lasciando ai circensi l’illusione effimera di una libertà che è vera solo se paghi il biglietto e che dura solo il tempo di uno spettacolo.
Con il cuore, sempre.